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Cancellazione protesti: tutte le regole da seguire

La cancellazione protesti, come tutte gli altri oneri di gestione del Registro Informatico dei Protesti, è affidata alle Camere di Commercio, questo secondo il decreto 316/2000 del Ministero delle Attività Produttive.

Registro Informatico dei Protesti: informazioni per accedere ai dati

Prima di entrare nel vivo delle modalità di cancellazione protesti è bene capire in che modo accedere ai dati. Ciascun cittadino ha la possibilità di verificare l’esistenza di eventuali protesti a carico di persone fisiche o aziende semplicemente facendo riferimento ai terminali delle singole Camere di Commercio.

I registri in questione possono essere consultati senza problemi via internet grazie al servizio Telemaco, che consente a chiunque si registri – azienda, studio professionale, associazione – di tenere sotto controllo tutte le incombenze amministrative relative ai rapporti con la Camera di Commercio.

Cancellazione protesti: cosa dice la legge

La cancellazione protesti è disciplinata sempre dal decreto 316/2000. Il testo in questione prevede che l’iscritto all’elenco abbia la possibilità di richiedere la cancellazione del proprio nome tenendo conto di specifiche tempistiche legate alla regolarizzazione della propria posizione creditizia.

In caso di ritardo nel pagamento di 1/2 rate è possibile richiedere la cancellazione entro un anno dalla regolarizzazione della propria posizione. Quando invece le rate sono 2 o più, la cancellazione del proprio nome dal Registro Informatico dei Protesti può essere richiesta una volta trascorsi due anni dal pagamento.

Chi non ha intenzione o non può regolarizzare la propria posizione creditizia ha la possibilità di richiedere la cancellazione del protesto dopo tre anni dalla scadenza naturale del finanziamento.

Cancellazione protesti assegni: ecco le regole principali

La cancellazione protesti segue delle regole specifiche quando si parla di protesti legati ad assegni. Cosa bisogna sapere in merito? Che dopo un anno dalla levata del protesto è necessario chiedere la riabilitazione alla Camera di Commercio, questo prima di presentare la domanda di cancellazione.

L’ottenimento della riabilitazione è subordinato chiaramente al pagamento di tutti i debiti e alla mancanza di ulteriori protesti.

Protesti illegittimi: ecco come gestire la situazione

Può capitare nel corso della consultazione del Registro Informatico dei Protesti di trovarsi davanti a un protesto che si considera illegittimo. In questi casi è ovviamente possibile richiedere la cancellazione protesti.

La procedura in merito prevede l’invio di una richiesta al Presidente della Camera di Commercio competente a livello territoriale. All’istanza devono essere allegati un documento d’identità e tutti i documenti giudiziari attestanti l’illegittimità del protesto.

Per questa richiesta è necessario versare 8€ a protesto a titolo di diritti di segreteria.

Concludiamo ricordando che in caso di iscrizione al Registro Informatico dei Protesti è comunque possibile accedere al credito, richiedendo prestiti tramite cessione del quinto dello stipendio e della pensione, scegliendo un prestito cambializzato o presentandosi con un garante presso una società finanziaria o un istituto di credito (nessuna realtà creditizia è comunque obbligata a concedere un prestito a un protestato con garante).