Come funziona la cessione del quinto Inpdap per pensionati e lavoratori dipendenti
I dipendenti di pubbliche amministrazioni, enti statali, parapubblici, nonché i pensionati Inpdap possono fruire di una specifica forma di accesso al credito: la cessione del quinto Inpdap. Si tratta di un prodotto finanziario che assicura diverse agevolazioni, anche rispetto ad altre soluzioni convenienti. Scopriamo insieme quali sono i vantaggi della cessione del quinto Inpdap e le procedure per richiederlo.
Nel caso di dipendenti o pensionati Inpdap di Enti, Ministeri e Aziende statali o a partecipazione statale è consentito il conseguimento della cessione quinto senza dover indicare la motivazione oppure la finalità che interessa la richiesta.
Le rate che compongono il piano di rimborso sono trattenute in modo diretto da stipendio o pensione. Decurtazione che avviene ad opera del datore di lavoro o dell’ente previdenziale che eroga la pensione.
Soggetto che si occupa di detrarre la rata mensile dalla busta paga o dal cedolino pensione del soggetto beneficiario del prestito e versarlo all’istituto di credito che eroga il finanziamento.
Dobbiamo tuttavia rilevare che la rata non può eccedere la soglia massima di 1/5 di stipendio o pensione. Caratteristica costitutiva di ogni finanziamento basato sulla cessione del quinto. I tempi di erogazione sono tendenzialmente contenuti. Per quanto riguarda il tasso d’interesse, rimane fisso per tutta la durata del piano di ammortamento.
Chi può ottenere la cessione del quinto
L’accesso ai prestiti su cessione del quinto Inpdap è riservato, come abbiamo ricordato in precedenza, a dipendenti statali, di pubbliche amministrazioni, enti statali, dipendenti parapubblici e pensionati Inpdap. Il richiedente deve inoltre avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e regolare cittadinanza italiana.
Di solito i richiedenti devono disporre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, sebbene siano fornite cessioni del quinto anche a lavoratori dipendenti a tempo determinato. A condizione però che la durata globale delle rate non sia superiore al termine disposto da contratto dell’attività lavorativa.
Per quanto riguarda i pensionati, è sufficiente la presenza di un trattamento presidenziale con importo superiore alla pensione minima prevista per legge. Solitamente però banche e finanziarie erogano prestiti su cessione del quinto della pensione solo a soggetti che hanno meno di 75 anni. Tuttavia alcuni istituti portano il limite anche fino a 80 anni.
In ogni caso, il limite anagrafico per i prestiti contro cessione del quinto Inpdap si considera tenendo conto dell’età che il richiedente avrebbe alla data fissata per l’estinzione del debito.
Chi è escluso
La cessione del quinto può essere chiesta da tutti i pensionati e ai lavoratori dipendenti, anche assunti a tempo determinato. Tuttavia vi sono delle limitazioni per quanto riguarda le pensioni. Non hanno infatti accesso alla cessione del quinto quanti percepiscono:
- pensioni e assegni sociali;
- invalidità civili;
- assegni mensili per l’assistenza ai pensionati per inabilità;
- assegni di sostegno al reddito (VOCRED, VOCOOP, VOESO);
- assegni al nucleo familiare;
- pensioni con contitolarità per la quota parte non di pertinenza del soggetto richiedente la cessione;
- prestazioni di esodo ex art. 4, commi da 1 a 7 – ter, della Legge n. 92/2012.
Gli importi conseguibili
La cessione del quinto non implica in realtà un limite massimo alle cifre richieste. Questa somma varia in rapporto all’entità di stipendio o pensione e alla durata del finanziamento, che non può comunque superare i 10 anni, ossia 120 mensilità.
Nello specifico, l’importo erogabile viene definito in base alla quota cedibile. Quota che rappresenta l’importo massimo che può raggiungere la rata mensile del prestito. Come suggerisce il nome del prodotto, la rata mensile del prestito su cessione del quinto non può eccedere il 20% del reddito o della pensione mensile percepita dal richiedente.
Come si determina la quota cedibile? Facciamo un esempio di calcolo. Ipotizziamo che a richiedere il prestito sia un pensionato che percepisce un assegno mensile pari a 1.200 euro lordi. Da questa andranno poi tolti 300 euro per le ritenute fiscali, arrivando così a una pensione netta pari a 900 euro.
A questo punto, per calcolare la quota cedibile sarà necessario dividere la pensione netta per 5. In questo modo si troverà la quinta parte (20%) della pensione netta, ossia la quota cedibile. Nel nostro caso, la quota cedibile è pari a 180 euro (900: 5).
Come presentare la domanda
Fortunatamente per i potenziali clienti, gli elementi da allegare alla domanda non sono numerosi. Per i lavoratori dipendenti assunti nel settore pubblico, gli aspetti principali sono costituiti da:
- copia di un documento d’identità in corso di validità;
- codice fiscale;
- documento attestante lo stato di servizio;
- dichiarazione stipendiale rilasciata dalla propria amministrazione;
- una copia dell’ultima busta paga conseguita.
Vi sono da rispettare, secondo la normativa vigente, alcuni vincoli di età per ottenere la cessione del quinto Inpdap. In teoria non vi sarebbero limitazioni dal punto di vista dell’età del richiedente, ma de facto solo raramente sono approvate domande di richiedenti che hanno oltre i 65 anni.
I documenti richiesti per il pensionato
I pensionati che desiderano ottenere un prestito con cessione del quinto devono innanzitutto presentare i documenti anagrafici, ossia carta d’identità e codice fiscale. A questi vanno poi allegati il cedolino pensionistico e la certificazione di quota cedibile.
Quest’ultimo è un documento in cui è indicato l’importo massimo che può avere la rata del prestito. Il pensionato deve richiedere personalmente la quota presentandosi presso una sede Inps.
Tuttavia, nel caso in cui il pensionato si rivolga ad una banca o finanziaria convenzionata con l’Inps, non è necessario presentare la comunicazione di cedibilità. In tal caso infatti la comunicazione di cedibilità verrà elaborata direttamente dall’istituto di credito, grazie al collegamento telematico con l’Inps.
La copertura assicurativa
Data la particolare struttura del finanziamento, i prestiti su cessione del quinto non prevedono la presentazione di garanzie reali, come ad esempio diritti di pegno o di ipoteca sulla casa di proprietà. Tuttavia questo genere di operazioni trovano un’ulteriore forma di garanzia nel TFR maturato dal lavoratore o nella pensione spettante, in caso di prestiti su cessione del quinto della pensione.
La pensione e il TFR hanno lo scopo di tutelare l’ente finanziatore in caso di perdita del posto di lavoro o morte del debitore. La normativa vigente prevede inoltre la sottoscrizione di una polizza assicurativa obbligatoria.
Copertura che deve assicurare il pagamento delle rate di ammortamento contro il rischio vista e il rischio impiego. Tuttavia è necessario precisare che la polizza assicurativa interviene solo per le somme ancora dovute ed eventualmente eccedenti il TFR o la pensione spettante.
Con la copertura assicurativa sono tutelati i familiari ed eredi del richiedente nell’eventualità di decesso prematuro, ma fornisce anche la copertura delle rate restanti nei confronti dell’ente erogatore. Ed è per questa ragione che il finanziamento è pressoché privo di rischi per il soggetto erogante.
Ricordiamo che oltre all’Inps, ente in cui è confluito l’Inpdap, il ruolo di ente erogatore può essere interpretato da istituti bancari convenzionati. Banche e Società finanziarie hanno definito una convenzione con Inps Gestione Dipendenti Pubblici, finalizzata alla concessione di prestiti e mutui ipotecari. Sono forniti tassi e condizioni particolari, destinati agli iscritti e ai pensionati pubblici e loro familiari.
Le convenzioni Inps
Al fine di contenere i tassi di interesse applicati ai prestiti su cessione del quinto Inpdap della pensione o dello stipendio, l’Inps ha predisposto una Convenzione. Accordo che è stato sottoscritto da diverse banche e società finanziarie attive in Italia.
Richiedere un prestito su cessione del quinto a un istituto di credito convenzionato garantisce al beneficiario l’applicazione di tassi vantaggiosi rispetto alle medie di mercato. Per sapere quali sono le banche e finanziarie che hanno stipulato l’accordo con l’Inps è possibile consultare l’elenco completo degli istituti convenzionati.
L’offerta Findomestic
Tra i vari istituti di credito che erogano prestiti su cessione del quinto Inpdap troviamo Findomestic Banca. L’istituto di credito offre prodotti su cessioni del quinto dedicati sia ai lavoratori pubblici che ai pensionati ex Inpdap.
In entrambi i casi non sono previste commissioni per la gestione della pratica né l’imposta di bollo. Azzerate anche le commissioni per l’istruttoria della pratica. Ricordiamo inoltre che i dipendenti pubblici che richiedono un prestito su cessione del quinto possono beneficiare di particolari agevolazioni se presentano la domanda utilizzando il sistema NoiPA.
Non solo. I dipendenti pubblici che necessitano di somme importanti possono richiedere contemporaneamente due prestiti, uno su cessione del quinto e uno con delega di pagamento.
Ma facciamo qualche esempio. Ipotizziamo che un pensionato ex Inpdap richieda una somma di 12 mila euro da rimborsare con un piano di ammortamento che si estende per 10 anni (120 mesi). Tan e Taeg sono fissi rispettivamente al 6,46% e al 6,65%. La rata mensile da corrispondere è pari a 136 euro.
Se invece prendiamo in considerazione i prestiti su cessione del quinto dello stipendio offerti da Findomestic, l’offerta pubblicizzata sul sito ufficiale della finanziaria è la seguente. Richiedendo 13 mila euro da restituire in 120 mesi, la rata mensile da rimborsare è pari a 144 euro. Per quanto riguarda i tassi, il Tan è fisso al 5,95% mentre il Taeg si attesta al 6,11%.
I prestiti Unicredit
Tra gli istituti di credito convenzionati con l’Inpdap troviamo anche Unicredit. La banca eroga prestiti su cessione del quinto Inpdap accessibili sia ai dipendenti che ai pensionati pubblici. Finanziamenti che possono essere rimborsati con un piano di ammortamento che va dai 24 ai 120 mesi.
La rata mensile viene detratta direttamente dalla busta paga o dall’assegno pensionistico del beneficiario. Per quanto riguarda la somma massima finanziabile, questa varia in base alla categoria cui appartiene il richiedente.
Nello specifico, per i dipendenti pubblici è previsto un importo massimo erogabile pari a 72 mila euro. Per i pensionati Inps (inclusi quelli afferenti alla Gestione ex Inpdap) invece l’importo massimo erogabile si attesta a 69 mila euro.