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Come funziona il bonus ristrutturazione casa, lavori ammessi e prestiti agevolati

Bonus fiscale per ristrutturare casa 2024

La Legge di Bilancio ha prorogato il bonus ristrutturazione casa fino alla fine del 2024. La misura consente a quanti sostengono spese sostenute per la ristrutturazione edilizia della casa di beneficiare di un’agevolazione fiscale.

L’agevolazione si configura come una detrazione Irpef nella misura del 50% delle spese sostenute. Il bonus è concesso anche per i lavori avviati nel corso del 2024 e viene concesso per una spesa massima di 96 mila euro. La detrazione viene ripartita in dieci anni, con altrettante quote di pari importo.

Dal prossimo anno invece, a meno di nuove proroghe, la detrazione tornerà ad essere quella standard, ossia prevista nella misura del 36%. Non solo. Dal 2024 il limite di spesa per cui sarà possibile ottenere il bonus ristrutturazione casa sarà fissato a 48 mila euro.

Chi può ottenere la detrazione

Ma chi può usufruire del bonus ristrutturazione casa 2024? L’agevolazione spetta a tutti coloro che sostengono lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria, nonché opere di risanamento conservativo, restauro e ristrutturazione edilizia che siano stati effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali.

Per quanto attiene agli interventi effettuati sulle singole unità immobiliari, il bonus ristrutturazione casa viene concesso per interventi di restauro e risanamento conservativo, manutenzione straordinaria e ristrutturazione edilizia. Ricordiamo che l’agevolazione viene concessa per gli interventi effettuati sugli immobili residenziali di qualsiasi categoria catastale.

È necessario inoltre ricordare che il bonus ristrutturazione può essere richiesto sia dai proprietari degli immobili oggetto di interventi che dai locatari e quanti sono titolari di un reale diritto di godimento.

Prestiti e mutui agevolati per ristrutturazione

Per effettuare interventi di ristrutturazione è necessario sostenere spese importanti e non tutti hanno a disposizione le risorse necessarie. In questi casi è necessario sottoscrivere un finanziamento.

A tal proposito dipendenti e pensionati pubblici possono beneficiare di prestiti a condizioni agevolate. Grazie alla loro posizione previdenziale e lavorativa infatti questi soggetti possono beneficiare dei finanziamenti Inps ex Inpdap.

Nello specifico è possibile richiedere un prestito pluriennale di durata decennale che consente di ottenere somme fino a un massimo di 100 mila euro. Il tasso di interesse è fisso al 3,5%. Sull’importo lordo della prestazione si applica un’aliquota dello 0,5% per la definizione delle spese di amministrazione.

Chi invece ha bisogno di somme più importanti, può optare per i mutui ipotecari Inps ex Inpdap. Si tratta di finanziamenti a garanzia ipotecaria che permettono di ottenere somme fino a un massimo di 150 mila euro.

Il piano di ammortamento può estendersi per un periodo che va dai 10 ai 30 anni. Le rate hanno cadenza semestrale e importo costante. Il tasso di interesse può essere fisso o variabile.

Optando per un mutuo a tasso variabile viene corrisposto un Tan pari al valore dell’Euribor a 6 mesi maggiorato di 200 punti base. Per chi invece sceglie un mutuo a tasso fisso abbiamo un Tan definito con il metodo del loan to value. Riportiamo di seguito la tabella contenente i valori previsti per il Tan dei mutui a tasso fisso.

TAN in funzione della percentuale di intervento (LTV)
Durata (fino a)<= 50%50% – 80%> 80%
10 anni1,15%1,33%1,73%
15 anni1,51%1,69%2,20%
20 anni1,65%1,83%2,38%
25 anni1,97%2,03%2,65%
30 anni1,97%2,03%2,65%

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