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Prestiti tra coniugi: come funzionano e cosa sono

I prestiti tra familiari sono sempre più popolari, in quanto consentono di aggirare molti degli ostacoli burocratici chiamati in causa dalle banche che richiedono garanzie di natura reddituale o reale e che non sono obbligate ad accettare richieste di accesso al credito da parte di disoccupati o soggetti privi di busta paga. In questo novero meritano una particolare attenzione i prestiti tra coniugi.

Prestiti tra marito e moglie: cosa dice la giurisprudenza

I prestiti tra coniugi sono prestazioni economiche legalmente ammesse dall’ordinamento giuridico italiano, ma che non si configurano come dei veri e propri finanziamenti. Per quale motivo? Per il semplice fatto che vengono inquadrati negli atti di mutuo soccorso e assistenza reciproca che fanno parte dei doveri del matrimonio civile.

Per questo motivo, se il rapporto coniugale giunge al termine, non è possibile appellarsi a nessuna norma che mette in primo piano l’obbligo di restituzione.

Prestito coniugi: la scrittura privata

Data questa doverosa premessa, possiamo dire che i prestiti tra coniugi possono essere gestiti ricorrendo alla redazione di un accordo scritto di natura privata durante il matrimonio. La suddetta scrittura sancisce l’impegno al rimborso del soggetto che ha ricevuto la somma di denaro dal proprio coniuge.

In questo caso siamo davanti a un vero e proprio contratto di mutuo gratuito, che non viola in alcun modo gli articoli 143 e 160 del codice civile, che sanciscono l’inderogabilità dei diritti e dei doveri che scaturiscono dal rapporto di matrimonio e che non pone alcun tipo di impedimento a un’eventuale decisione di separarsi e porre fine al contratto matrimoniale.

Prestito tra coniugi: cosa succede in caso di separazione?

Come gestire i prestiti tra coniugi in caso di separazione? Il punto di riferimento principale in questi casi è la già ricordata scrittura privata. Oltre a questo è bene ricordare che, in generale, non sono configurabili come atti finalizzati al mutuo soccorso e all’assistenza reciproca le erogazioni di denaro provenienti dal patrimonio personale di uno dei due coniugi ed effettuate con l’obiettivo di provvedere a investimenti per il patrimonio comune.

In questi frangenti, in caso di separazione, si deve fare riferimento all’articolo 192 del codice civile, che dà diritto al soggetto che ha erogato capitali personali di pretendere il rimborso in caso di conclusione del rapporto matrimoniale.

Prestiti tra ex coniugi: cosa dice la Cassazione

In merito ai prestiti tra coniugi e all’eventualità della fine del matrimonio si è espressa la Cassazione con la sentenza 19304/2013. Questo pronunciamento sancisce la validità della scrittura privata in quanto contratto di mutuo gratuito, che non ha nulla a che fare con la scelta della separazione o della comunione dei beni al momento della firma del contratto di matrimonio.

Questa sentenza smonta in parte i contenuti della 12551/2009, che considerava i prestiti tra coniugi come scambi di denaro effettuati nella “riservatezza della vita familiare” e quindi non soggetti all’obbligo di restituzione.