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Azionisti Veneto Banca uniti contro il rischio svendita: un patto sul 5% del capitale

I principali Azionisti Veneto Banca si uniscono con un patto parasociale

La sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva cautelare della circolare della Banca d’Italia relativa ai regolamenti che definiscono le norme della riforma delle popolari.

Se fosse andata in porto la mozione avrebbe modificato aspetti fondamentali della normativa, quali il divieto di costituire una holding cooperativa come controllante di un istituto e la limitazione del diritto di recesso ai soci che non approvano la trasformazione in Spa.

Sebbene l’ostacolo sia stato superato, la situazione rimane ancora critica per Veneto Banca che in nove mesi ha registrato una perdita da 770 milioni. Dopo Favotto, ha rassegnato le dimissioni lo scorso 17 novembre anche Alessandro Vardanega, vicepresidente e consigliere di Veneto Banca.

Nel frattempo i maggiori azionisti dell’istituto hanno formato “Per Veneto Banca”, associazione che conta 200 soci e ai numeri attuali vale all’incirca l’8% del capitale della popolare.

Al momento gli azionisti Veneto Banca starebbero mettendo a punto un patto parasociale, al fine di far valere le proprie richieste in vista della prossima scadenza assembleare attesa per il 19 dicembre.

Azionisti Veneto Banca: i soci “forti” formano “Per Veneto Banca”

Stando a quanto dichiarato da Diego Carraro, presidente di “Per Veneto Banca”, i soci sarebbero i fase di consultazione per coagulare le quote in un patto di consultazione, che dovrebbe unire una ventina di azionisti. L’obiettivo dell’associazione infatti è di aiutare Veneto Banca a uscire dalla situazione attuale ed evitare che venga “svenduta”.

Stando a quanto reso noto, gli azionisti Veneto Banca che dovrebbero aderire all’accordo rappresentano il 5% del capitale sociale dell’istituto. Quella di sottoscrivere un patto, spiegano i rappresentati della formazione, è principalmente una scelta di correttezza e trasparenza formale in vista della prossima assemblea.

Quanti aderiranno al patto infatti avranno l’obbligo di consultazione preventiva, ma lo scambio di informazioni non sarà vincolante per il voto individuale dei soci che avranno dunque completa libertà di espressione.

Per quanto riguarda il futuro della banca sembra escluso che gli azionisti facciano opposizione per la trasformazione in Spa. Tuttavia i contrasti con il management potrebbero nascere per la questione della quotazione in Borsa.

Manovra che l’associazione aveva definito prematura già nei mesi scorsi. A tal proposito Carraio aveva infatti puntualizzato che se la banca venisse quotata a Piazza Affari troppo presto si andrebbe incontro a una perdita di valore.