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Prestito Inpdap in caso di morte debitore, le conseguenze per gli eredi

Prestito Inpdap cosa succede in caso di morte

Cosa accade a un prestito Inpdap in caso di morte? Un interrogativo che vale senza dubbio la pena di porsi, soprattutto se a richiedere il finanziamento è un pensionato. A tal proposito però è necessario chiarire che i prestiti Inps ex Inpdap si dividono in due categorie di prodotti: finanziamenti diretti e garantiti.

I prestiti diretti sono concessi dall’ente previdenziale tramite un apposito fondo credito dell’ente previdenziale Inps. Istituto che nel 2012 ha assorbito tutte le funzionalità dell’Inpdap, oggi amministrate dalla Gestione Dipendenti Pubblici (ex Inpdap).

Nel caso dei prestiti diretti, il rapporto di finanziamento interessa solo il beneficiario e l’Inps. Non è infatti prevista la presenza di banche o società finanziarie. A differenza di quanto accade solitamente con i prestiti su cessione del quinto, inoltre, non è necessario l’intervento di società finanziarie che eroghino coperture sull’operazione.

È necessario ricordare che i prestiti Inps ex Inpdap diretti sono caratterizzati da rate mensili di importo costante detratte direttamente dalla busta paga o dalla pensione del beneficiario. Vi sono tuttavia alcune differenze rispetto ai tradizionali prestiti su cessione del quinto. Per maggiori informazioni vi rimandiamo al nostro approfondimento.

Titolare finanziamento deceduto: ecco cosa succede con l’Inps

Ma cosa accade al prestito Inpdap in caso di morte? Ipotizzando di aver richiesto un prestito diretto, a fronte del decesso del debitore ogni obbligazione verso l’Inps è da considerarsi estinta. L’Istituto non procederà quindi nei confronti degli eventuali eredi. Lo stesso accade nel caso in cui il debitore incorra in invalidità assoluta e permanente, a condizione però che sia stata contratta per causa di servizio nel corso dello svolgimento dell’attività lavorativa.

Diversa invece la situazione per i prestiti Inpdap garantiti. In tal caso infatti si parla di finanziamenti concessi da banche e finanziarie convenzionate con l’Inps. L’ente previdenziale quindi non si occupa della concessione del capitale, ma è comunque coinvolto nell’operazione di credito. Garantisce infatti il finanziamento contro il rischio di:

  • riduzione dello stipendio del cedente
  • cessazione dal servizio senza aver diritto alla pensione
  • morte dell’iscritto prima che sia estinto il prestito

Nell’ipotesi di prestito Inpdap in caso di morte del beneficiario, se il finanziamento è garantito dall’Inps non vi sono ripercussioni sugli eredi del debitore deceduto.